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Come sono cambiate le emissioni inquinanti in Italia durante la prima ondata della pandemia COVID-19?

All’inizio del 2020, il mondo si è trovato ad affrontare una emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus SARS-CoV-2. Le misure intraprese dai governi dei diversi Paesi per fronteggiare e ostacolare la diffusione del virus hanno profondamente inciso sulla vita degli individui e delle diverse comunità, stravolgendone abitudini e stili di vita. Parallelamente, si è iniziato a discutere degli effetti di tali misure sulla variazione delle emissioni e concentrazioni dei gas serra (in particolare, anidride carbonica – CO2, e metano – CH4) e degli inquinanti atmosferici (polveri sottili – PM10 e PM2.5, ossidi di azoto – NOX, ossidi di zolfo – SOX, composti organici volatili non metanici – COVNM, ammoniaca – NH3, monossido di carbonio – CO).

Una delle finalità del progetto Pulvirus è stata di investigare l’effetto di riduzione delle emissioni legato al primo stringente periodo di lockdown, attuato tra febbraio e maggio 2020 in tutte le Regioni italiane.

Il progetto Pulvirus ha elaborato un database, liberamente scaricabile (http://www.pulvirus.it/index.php/documentazione-obiettivo-2/), con i fattori di riduzione giornalieri/settimanali o mensili per il periodo temporale dal 15 febbraio al 31 maggio 2020 per i settori maggiormente coinvolti dalle misure di lockdown (ossia generazione elettrica, industria, riscaldamento, trasporto stradale, trasporto marittimo e aereo) per ciascuna Regione italiana.

La fig. 1 mostra la variazione a livello nazionale delle emissioni dei singoli inquinanti stimate durante il primo lockdown (LOCK nel grafico) confrontate con uno scenario base (BASE nel grafico), che rappresenta una stima delle emissioni che ci sarebbero state se non fosse intervenuta la pandemia. I grafici mostrano variazioni consistenti per le emissioni di NOX e SOX dalla metà di marzo alla fine di aprile, nel mese di maggio, con l’alleggerimento delle misure, si osserva una leggera risalita delle emissioni. Variazioni più contenute sono stimate per COVNM, PM2.5 e CO, mentre le emissioni di NH3 non mostrano modifiche significative.

Fig. 1 – Variazione emissioni nazionali giornaliere per inquinante dal 1 febbraio al 31 maggio 2020, in tonnellate.

In fig. 2 viene mostrato il contributo alla variazione delle emissioni degli inquinanti atmosferici dei settori coinvolti dalle misure di lockdown.

Il settore che ha maggiormente trainato la riduzione è il trasporto stradale, con una riduzione degli NOX totali di circa il 60%, del PM2.5 di circa il 66% e di circa l’87% per il CO totale. Il settore industriale ha maggiormente inciso sulla riduzione delle emissioni di SOx (circa 90%) e COVNM (circa 80%). Il settore residenziale/terziario ha registrato un incremento delle emissioni di PM2.5, legato alla maggiore presenza delle persone nelle abitazioni e quindi ad un maggior utilizzo della biomassa (legna e pellet) per il riscaldamento, che vista la stagionalità dell’inquinante, risulta più marcato nei mesi di marzo e aprile dove il riscaldamento era ancora acceso. Il settore marittimo ha poi contribuito ad una riduzione delle emissioni di NOX di circa l’8% e di SOX di circa il 3%.

Fig. 2 – Contributo di ogni settore alla riduzione delle emissioni totali per inquinante.

Il grafico in fig. 3 mostra il contributo delle Regioni alla riduzione delle emissioni totali per inquinante, dove, per facilità di lettura, sono state esplicitate le Regioni con un contributo di almeno il 5% di riduzione su almeno un inquinante, mentre le restanti Regioni sono state inserite nella voce “Altre Regioni”. La Lombardia rappresenta la Regione che offre il maggior contributo alla riduzione di tutti gli inquinanti, che in funzione dell’inquinante, oscilla tra il 15% e il 21%, seguita dall’Emilia Romagna, entrambe Regioni in cui il lockdown è partito prima rispetto alle altre.

Fig. 3 – Contributo delle Regioni alla riduzione delle emissioni per inquinante.

Il progetto Pulvirus consente, inoltre, una più dettagliata analisi per Regione (fig. 4). Ad esempio, concentrandosi sulle emissioni di NOX e PM2.5, si osserva una maggiore variazione emissiva nel mese di aprile per gli NOX, con valori che oscillano dal 21% al 35% e nel mese di maggio per il PM2.5 con scostamenti dal 5% al 20%. Il diverso comportamento del particolato è attribuibile, come evidenziato in precedenza, all’incremento delle emissioni nel settore residenziale più marcato nei mesi di marzo e aprile dove il riscaldamento era ancora attivo nelle Regioni italiane.

Fig. 4 – Variazione mensile delle emissioni di NOX e PM2.5 per tutte le Regioni italiane.

Per quanto riguarda la variazione spaziale delle emissioni, considerando a titolo di esempio gli NOX, si notano maggiori riduzioni delle emissioni in alcune aree urbane raggiungono il 60%.

Fig. 5 – Mappa della variazione cumulata, sul periodo 1 febbraio – 31 maggio 2020, delle emissioni di NOX in valore assoluto (sx in Mg/cell) e in percentuale (a dx in %).

Maggiori dettagli sulla metodologia seguita e sui risultati ottenuti sono disponibili al link http://www.pulvirus.it/index.php/documentazione-obiettivo-2/

Alla stesura della newsletter hanno contribuito tutti i ricercatori che hanno partecipato alle attività 2.1 e 2.2 dell’Obiettivo 2.

Per maggiori informazioni contattare

Ilaria D’Elia: ilaria.delia@enea.it

Antonio Piersanti: antonio.piersanti@enea.it

Andrea Cappelletti: andrea.cappelletti@enea.it

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